mercoledì 11 giugno 2014

Cromo esavalente nell'acqua con cui laviamo insalata

Ripubblichiamo questa storia reale per far comprendere ai cittadini l'importanza di una rete idrica che preveda un doppio circuito di acqua: uno di acqua  "potabile" - che è pericolosamente bevibile - e uno di acqua "bevibile" che deve avere trattamenti che la rendano "salutare" (perché bere acqua non salutare?).
ThyssenKrupp_Dora.jpg 
Storia sul cromo esavalente (tratta da blog BG)
La Dora scende dalle Alpi, attraversa Torino e, prima di entrare nel Po, diventa d’oro. Il cromo esavalente delle fabbriche, versato a tonnellate, la tocca come re Mida. La Dora assume allora quel caratteristico giallo paglierino che darà tono e sapore ai vini più pregiati del Piemonte.
Il cromo esavalente è cancerogeno e mutageno, provoca aborti, sgretolamento delle ossa, insufficienza epatica cardiaca e renale, dermatiti, perforazione del setto nasale preceduta da emorragie e, ovviamente, tumori. Il dottor Roberto Topino, specialista in Medicina del Lavoro, mi ha inviato dei filmati della Dora verdeoro. La ThyssenKrupp, quella dell’incenerimento sul lavoro degli operai, è sempre in prima linea nella protezione della salute. Il massimo ammissibile per il cromo esavalente è di 5 microgrammi per litro, nella Dora sono stati trovati fino a 455 microgrammi per litro. Si capisce finalmente il mistero del colore giallognolo di Sergio Chiamparino e di Piero Fassino.
Nessuno controlla. Le ASL, i sindacati, il Comune, la Provincia, la Regione. Un medico deve farlo al loro posto. Improvvisarsi investigatore e filmare, documentare i nuovi untori del cancro. Dopo le sue denunce, comunque non succede nulla. Le fabbriche che hanno inquinato la Dora devono chiudere DOMANI. I loro responsabili portati SUBITO in tribunale per strage aggravata da futili motivi, in sostanza tumori ai cittadini per risparmiare i soldi dello smaltimento del cromo. Non si possono continuare a proteggere dei delinquenti con la scusa del lavoro.
La Dora cromata esavalente è uno scandalo a cielo aperto. Se c’è un magistrato a Torino che segue il blog apra un’inchiesta.

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