lunedì 12 giugno 2023

The Biscion Is Loose

Se ne va il demone 

Di E.F.

Berlusconi, cavaliere del lavoro, nel bene e nel male.

In tutti i gruppi sociali e di lavoro, ci sono persone egoiste e persone invidiose. In tutti i gruppi, questi due tipi di persone cercano di annientare le persone solari, aperte, eque, oneste, democratiche, ma anche semplicemente note e notabili.
Ogni persona viene ordinata secondo la sua categoria professionale oppure classe di appartenenza. C'è la classe dei poveri, dei poveracci, e dei ricchi almeno dentro.
C'è la classe dei lavoratori e quella degli imprenditori. C'è la classe dei politici, dei magistrati e dei bancari. C'è la classe degli intelligenti e degli ottusi. C'è la classe degli abilissimi, e quella degli autistici ed infine quella dei disabili.
Ma tutte al loro interno contengono persone inutilmente aggressive od eccessivamente reattive che procurano solo polverone inutile.
Recentemente é nato il MoVimento ove  abbiamo creato una nuova classe quella dei razionali, dei leali, dei sostenitori di un economia ecologicamente sostenibile e della trasparenza istituzionale. Abbiamo imparato a capire che esiste la classe dei troll, ovvero che non sono buoni né per noi, né per i nostri nemici. Perché isolarsi a cantare strofe solitarie mentre potremmo condividere un percorso comune più utile ed efficace?
Ma per farlo tutti devono avere e rispettare una propria carta etica.
E la prima regola di tutte le etiche é di cercare di fare andare tutte le cose, non solo le proprie, ma quelle di tutto il gruppo, per il meglio.
Ora se mi chiedi la definizione di ciò che é bene e ciò che é male, posso dirti che lavorare con la massima produttività, sostenibile e onesta, é bene, farlo invece con compromessi corruttivi, mercificazioni  della società e eccesso di arroganza e presupponenza e demoniacità personale é male.
Però il lavoro é pur sempre lavoro. Il lavoro lascia dei frutti o non li lascia. Quest'uomo ha comunque lasciato una eredità a questo paese con i molti posti di lavoro altamente concettuali che permangono dando il sostentamento a migliaia di dipendenti e loro famiglie, sia nel settore comunicazione, che edile, che bancario e assicurativo. Le persone che lavoreranno ancora sotto i suoi marchi, dopo di lui, non parleranno mai male di lui ma testimonieranno ancora per decenni il bene che ha lasciato ovvero degli istituti economici realmente atti a prosperare.
Nei tempi delle mafie, potrebbero esserci stati contatti e situazioni diverse, proprie di quei periodi, e purtroppo segretamente ancora attuali in certi settori e tutti lo sanno. Dare delle colpe ad un solo uomo, una sola persona, non solo per collegamenti, ma anche addirittura per responsabilità diretta di famose stragi, perché la società mafiosa e la mafiosità é proprio la sostanza costituente della cultura di buona parte della società italiana ed estera, non mi sembra un atto equilibrato ed utile per chicchessia.
Prima di dire " ha stato lui !" bisogna avere le prove, lo sapete tutti.
Sotto il profilo comunicativo e imprenditoriale S.B. é stato invece un uomo che ha annoverato dei plus non comuni e questo penso che tutti possiamo ammetterlo e riconoscerlo.
Quindi, che l'uomo più giudicato d'Italia, quello che ha avuto forse il più alto numero di processi al mondo, che abbia anche lui, il suo riposo pacifico con diritto d'oblio da rispettarsi da parte dei suoi detrattori convinti a ancora oggi inferociti e impietosi, mentre abbia il giusto commiato di cordoglio, da chi vede questo mondo da un punto di vista più elevato, di coloro che sono costretti a non vedere altro che la polvere in cui si ostinano a ribattere sempre e ancora sempre le stesse cose basate su congetture non provate, che tutti abbiamo ormai ben compreso. ma che potremo considerare solo quando saranno dimostrate inconfutabilmente.
Con questo, non auguro nulla a nessuno, neanche a lui, perché uno dei mali, gravi, gravissimi, che ha commesso con certezza, é stato quello di dare a chi fa parte del MoVimento di essere  praticamente delle nullità. Quello di considerarci degli zeri. L'antidemocrazia personificata. Non aveva capito bene i concetti del comunismo ma ne aveva un grande terrore, non aveva capito cosa fosse la democrazia di Rousseau ma ci odiava. Non aveva mai capito cosa fosse un dialogo invece che una battaglia e così ci ha dato sempre battaglia. con la sua arte della delega e dell'alleanza  aveva assoldato persone come Bossi, Salvini, e aveva stretto amicizia persino con Putin, con la sua arte cinematografica aveva snobbato la Merkel, e con la sua arte biscionesca, riusciva a insinuarsi benissimo nelle sinistre ai tempi di Occhetto, D'Alema e Prodi, e delle destre ai tempi di Fini, e Formigoni, tutti spediti misteriosamente su delle barche. E riusciva ad incantarli come fa un suonatore di serpenti con le sue feste, i suoi fasti, le sue promesse e le sue intese diplomatiche estese. Il suo codice era solo vincere. Non importava come e con che cosa. Vincere per lui, e per i suoi figli.
Una specie di demonio della vittoria a tutti i costi. Ma l'angelo é arrivato anche per lui, e sicuramente, anche al suo cospetto, Silvietto avrà trovato delle parole ammalianti, - o anche altro -, per farsi accompagnare in un posto sicuramente migliore di quello che aveva, qui sulla terra, con tutti i confort e con ogni riguardo (sempre che sia morto davvero e non risusciti, così, per dare un altro colpo di scena).
Penso pietosamente a chi gli ha voluto bene ai suoi parenti, ai suoi amici ai suoi colleghi politici molto vicini, che presenzieranno tutti in prima fila alle sue esequie, le quali, neanche a farlo apposta, saranno fissate proprio il giorno 17 di giugno, lo stesso giorno in cui il MoVimento e tutti i suoi Affini, aveva stabilito la discesa a Roma.
Lo avrà fatto sicuramente apposta? Non si può dire ma mi piace pensare di si: l'ultima stoccata ai comunisti, i suoi veri nemici, che non sono il realtà mai esistiti perché il comunismo é solo una teoria dittatoriale e quindi é un utopia che qui da noi, mai si é mai realizzata e mai si realizzerà.
Ricordiamo Berlusconi quindi sia per ricordare il male relativo che lo ha riguardato e circondato, ma anche per il po' di bene che di lui ci resta: quello di esempio di uomo tenace, erroneo come tutti, ma dotato almeno di un curriculum, lasciatemi dire, pieno di plus, ottenuti con la sua arte comunicativa  diplomatica, che pur proferendo molti concetti non condivisibili, ha pur prodotto e continua a produrre una parte di p.i.l italiano, e questo va rispettato.
Bravi tutti, teorici, politici, professori e giudici, ma chi é stato capace di creare posti di lavoro -onesti- nella sua vita, deve essere, per questo almeno rispettato.
É facile pensare che i posti onesti siano validi solo se creati onestamente, ma sinceramente, sono 40 anni che decine di avvocati, procuratori e giudici, non sono mai riusciti a provare il contrario.
E quindi, da buoni membri di qualsiasi movimento o partito, riconosciamo questo e abbiamo un po' di rispetto almeno nell'ultimo commiato con una persona che ha direttamente divertito e indirettamente fatto divertire milioni di italiani per 40 anni con le sue produzioni e con le sue vicende, anche se basate tutte su un sacco di espressioni culturali di livello eminentemente popolare, e per questo molto, molto commerciale, anche se per i cultori del classicismo puro, hanno segnato un lungo periodo di decadentismo italiano, contraddistinto da un incremento iperbolico alla "faciloneria giovanile bullstica", alla speranza di *vincere qualche" cosa dal sistema, infuso nelle masse popolari, ridotte ormai all'apatia cronica post vitium.
Rousseau e Machiavelli cozzano e sempre cozzeranno con le loro teorie opposte: lui, il Silvietto, però l'arte macchiavellica ha saputo applicarla, sta a noi ora riuscire ad applicare con grande forza e determinazione collettiva, molto più potente di quella che ha potuto produrre lui, uomo della diplomazia lobbistica internazionale, la teoria della democrazia sociale rousseauniana, consapevole, partecipata e sostenibile, insieme al nostro nuovo leader, immagine della correttezza e della lealtà che é Giuseppe Conte.
Che aspettiamo?
Ciao Silvio, sei stato un osso duro e grazie per le risate passate e future.
E.F.

Slider

Cosa sono le P.M.I.

La politica viene costantemente svolta da persone competenti in moltissimi argomenti, ma molto spesso ignare delle realtà delle imprese. Le P.M.I. sono le Piccole e Medie Imprese che sostengono larga parte dell'economia della Società e delle Città.
Senza le P.M.I. non ci sarebbe forse nulla da governare perché non ci sarebbero i fondi necessari a sostenere il bilancio Nazionale ed Europeo. Le P.M.I. costituiscono parte importante dell'economia reale, e senza di loro non sussisterebbero nè grandi Industrie nè banche, nè quindi servizi sociali, organi pubblici, nè Stato. Chi vuole svolgere bene la carriera politica deve conoscere la realtà economica di un'impresa ma spesso crea solo questionari per i commercianti, camere di commercio inefficienti, sistemi di tassazione usurari, complicati e insostenibili, tribunali di giustizia iniqui, e assenza della tutela d'ufficio del credito attivo e passivo delle P.M.I.. Lo scopo di questo sito è riformare la considerazione delle P.M.I. nella classe politica. Se sei un imprenditore con partita i.v.a. qui sei il benvenuto e qui puoi fornire le tue richieste che verranno raccolte in modo sistematico per formare un programma di riforme inderogabili ed urgenti per la tutela della tua realtà lavorativa, che è quella che supporta l'economia di base, ma spesso viene ignorata, sfruttata iniquamente, mortificata, umiliata dalle caste dei poteri forti che restano ignari di questi valori. Facciamo massa critica e attiviamoci per definire le nostre necessità. Cavalchiamo la storia adesso. EF