17/04/2013 - Nuovi criteri per la costruzione degli edifici scolastici e per l’organizzazione degli spazi educativi e di apprendimento, in linea con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica.
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È il contenuto delle nuove Linee Guida per le architetture interne delle scuole messe a punto dal Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e approvate qualche giorno fa dalla Conferenza Unificata. Le Linee Guida - spiega il Ministero - puntano a garantire scuole sicure, sostenibili, accoglienti e adeguate alle più recenti concezioni della didattica, sostenute dal percorso di innovazione metodologica intrapreso grazie alla progressiva diffusione delle ICT nella pratica educativa.
Il documento rinnova i criteri per la progettazione degli spazi e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio, accantonando lo stile prescrittivo delle precedenti, risalenti al 1975. La nuova logica, infatti, è di tipo prestazionale e rende i criteri di progettazione più agevolmente adattabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento.
Vengono dunque riconfigurate la architetture interne, proponendo una concezione dello spazio che non considera più la lezione frontale come modello prevalente dell’organizzazione della didattica. Sono proposti quindispazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati.
In particolare, le Linee Guida rispondono alla necessità di vedere la scuola come uno spazio unico integrato in cui i microambienti finalizzati ad attività diversificate hanno la stessa dignità e presentano caratteri di abitabilità e flessibilità in grado di accogliere in ogni momento persone e attività della scuola offrendo caratteristiche di funzionalità, confort e benessere.
La struttura spaziale è interpretabile come una matrice con alcuni punti di maggiore specializzazione, cioè gli atelier e i laboratori, alcuni di media specializzazione e alta flessibilità, cioè le sezioni/classi e gli spazi tra la sezione e gli ambienti limitrofi (solo a volte annessi alla sezione) e altri generici, cioè gli spazi connettivi che diventano relazionali e offrono diverse modalità di attività informali individuali, in piccoli gruppi, in gruppo.
La sequenzialità di momenti didattici diversi, che richiedono setting e configurazioni diverse alunni-docente o alunni-alunni, sta alla base di una diversa idea di edificio scolastico, che deve essere in grado di garantire l’integrazione, la complementarietà e l’interoperabilità dei suoi spazi, anche con il supporto delle tecnologie.
La divisione dello spazio interno si concretizza in pareti con buon livello di isolamento acustico e pareti mobili, oltre alla ottimizzazione della luce naturale. La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo grazie alla possibilità di riconfigurazione finalizzata allo svolgimento di attività diverse.
E ancora, l’eliminazione degli spazi di mero passaggio in favore di spazi sempre abitabili dalla comunità scolastica per lo svolgimento di attività didattiche, ma anche per la fruizione di servizi o per usi di tipo informale, permette di aumentare la vivibilità della scuola. L’adattabilità degli spazi si estende anche all’esterno, offrendosi alla comunità locale e al territorio: la scuola si configura come civic center in grado di fungere da motore del territorio in grado di valorizzare istanze sociali, formative e culturali.
Le nuove Linee Guida sono i criteri da seguire anche per accedere ai 38 milioni di euro destinati dal Ministero alla costruzione di nuove scuole attraverso lo strumento del fondo immobiliare (leggi tutto).
Ma c’è chi ha già provato ad applicare i nuovi criteri progettuali per realizzare una scuola 2.0: si tratta del progetto pilota (nella foto) relativo all’ISIS Malignani di Udine, promosso da Ispredil, Istituto Promozionale per l’Edilizia, società operativa dell’ANCE, all’interno del ‘Programma per la riqualificazione delle infrastrutture scolastiche del Paese’. Il progetto, presentato all’inizio di aprile a Bergamo nel convegno ‘Tablet School’, consente di coniugare la didattica Scuol@ 2.0 con la realizzazione di un edificio innovativo, in grado di rispondere alle esigenze spaziali e funzionali del nuovo apprendimento ‘per competenze’ legato all’utilizzo delle tecnologie informative più evolute.
L’edificio, che ospiterà, oltre al servizio dell’istruzione pubblica, un Centro Ricerche e altri servizi aperti al territorio, è pensato come manifesto di un modo nuovo di concepire la scuola, vista come luogo di apprendimento, di scambio di esperienze e di apertura al mondo; un edificio al cui interno sia superata la rigida concezione di spazi meramente didattici per arrivare ad un luogo nel quale ambienti formali ed informali si compenetrino, nel quale il confort sia massimo così come la possibilità di interagire tra gli studenti e la società, che solitamente sta al di fuori della scuola.
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