Ad Alba, tre ragazzi, interpretano così il messaggio di Grillo:
"Abbiamo denunciato Beppe Grillo per istigazione di militari a disobbedire alle leggi, reato previsto dall'articolo 266 del Codice Penale"
«Abbiamo denunciato Beppe Grillo per istigazione di militari a disobbedire alle leggi, reato previsto dall'articolo 266 del Codice Penale (punito con la reclusione fino a 5 anni) e commesso da Grillo per mezzo della lettera aperta inviata in data 10 dicembre al Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, al capo della Polizia di Stato e al Capo di Stato maggiore dell'esercito, pubblicata sul blog beppegrillo.it, nonché riportata su diverse testate giornalistiche nazionali, con la quale si incitano i militari a disobbedire alle leggi, a violare il giuramento dato e a disattendere i doveri inerenti al loro stato». È quanto scrivono in una nota gli autori dell'iniziativa – Pietro Ramunno, Walter Cavallaro ed Edoardo Zerrillo – che venerdi 13 dicembre 2013 hanno sporto, secondo un quotidiano cuneese, denuncia contro il leader del M5S presso la caserma dei Carabinieri di Alba. In particolare, i denuncianti riportano le parole usate da Grillo nel suo blog, rivolte ai vertici militari e della polizia: "Vi chiedo – ha scritto Grillo sul suo blog – di non proteggere più questa classe politica che ha portato l'Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell'Ordine non meritano un ruolo così degradante".
«La critica politica è sempre legittima – rilevano gli autori dell'iniziativa –, ma noi riteniamo, da cittadini, che occorra mettere un argine a questa pericolosa delegittimazione delle istituzioni, esasperata dall'incitamento ad azioni contrarie allo Stato di diritto, e così pericolosamente simile a derive anti-democratiche del passato. A maggior ragione nella Città di Alba, medaglia d'oro al valor militare, la cui storia dovrebbe averci insegnato qualcosa – continuano Ramunno, Cavallaro e Zerrillo –. Il grido di dolore che arriva da ogni parte del Paese, il malessere e l’esasperazione devono essere ascoltati e la politica ha il compito di fornire delle risposte, e in tempi rapidi. Ma quando la protesta assume forme violente e ci sono personaggi come Grillo che sfruttano questi avvenimenti per fini elettorali, incitando le forze di sicurezza all'insurrezione e alla rivolta, c'è bisogno di un sussulto di dignità civica. La nostra è un’iniziativa a titolo personale: una scelta da cittadini preoccupati. Abbiamo deciso di presentare la denuncia perché il dibattito politico sta scadendo sempre più in basso, e riteniamo questa una deriva pericolosa. Siamo convinti, invece, che debba tornare una politica alta: scambi di idee e di confronto, ma sempre all’interno di un dibattito civile».
Critica satirica sulle affermazioni dei ragazzi attori
Non si capisce come si voglia da parte degli attori, ragazzi, giovanissimi, di Alba, un famoso comune boschivo, mettere un argine dichiarando una semplice petizione scritta come una "pericolosa delegittimazione delle istituzioni".
A meno che l'uso della lingua sia diventato talmente flessibile che si possa pronunciare qualsiasi cosa e il contrario di qualsiasi cosa contemporaneamente, non può essere definibile come così definita una semplice petizione scritta, rivolta civilmente a dei comandanti che, se non d'accordo, possono benissimo rispondere: " Scusi ma non la pensiamo come Lei, grazie e arrivederci".
Non si capisce quindi come si possa usare poi l'espressione colorita di
"esasperata dall'incitamento" esasperata? Non sussistendo nessuna pericolosa delegittimazione, non esiste neanche alcun esasperato incitamento.
Se invece gli attori, i ragazzi, vogliono alludere che i Comandanti si siano sentiti esasperati per una lettera, questo dovrà essere confermato dalle persone in questione che dovrebbero invece essere dotate di un ben alto autocontrollo, e non essere soggette a facili esasperazioni provocate poi da una semplice lettera.
I ragazzi affermano poi che si è trattato di "azioni contrarie allo Stato di diritto" ..
ma quali azioni contrarie? Le azioni dei cittadini sono prettamente legittime e a favore del diritto positivo. Citano proprio "Azioni contrarie allo Stato di diritto", ma cos'è questo Stato di diritto? Questo più che un concetto reale è un luogo comune inesistente nella realtà.
Nella realtà esiste lo Stato, e nessuno lo nega, e il Diritto ovvero le facoltà soggettive attribuite a ciascun cittadino dalle leggi vigenti e nessuno nega la loro esistenza, anzi è proprio per la tutela della Legge che il nuovo Terzo Polo, ovvero quello dei cittadini in moVimento, sta appellandosi a tutte le parti sociali per sollecitare la massima attenzione sulle cause dell'insostenibilità della situazione economica e politica contingente.
Ma forse gli attori, i ragazzi, questo intento, di questo movimento, definito all'estero come l'attualmente più importante movimento del mondo, non lo hanno ben colto.
Anzi dicono che esso sia.. "così pericolosamente simile a derive anti-democratiche del passato". Anti democratiche? Forse comprendere un pò la lingua italiana no eh? Dire che un movimento popolare sia antidemocratico è come dire che un militare decorato sia antimilitare. Aliud pro alio.
E poi citano: "A maggior ragione nella Città di Alba, medaglia d'oro al valor militare, la cui storia dovrebbe averci insegnato qualcosa – continuano Ramunno, Cavallaro e Zerrillo – non ricordando che quasi tutte le città italiane hanno il loro valore e il loro passsato e non per questo lo rinfacciano per arrogarsi diritti autoritari che rafforzino le proprie parole o la propria debole quanto scalcinata istanza temeraria.
E poi dicono: "Il grido di dolore che arriva da ogni parte del Paese, il malessere e l’esasperazione devono essere ascoltati e la politica ha il compito di fornire delle risposte, e in tempi rapidi" clamoroso: ora fanno loro e ripetono l'argomentum principale del Movimento 5 stelle che è nato e sta lottando proprio perché la politica NON dava e non dà risposte rapide al paese.
E poi aggiungono: "Ma quando la protesta assume forme violente ".. Forme violente? Quali? forse si confondono coi forconi e coi black block.. e ci sono personaggi come Grillo che sfruttano questi avvenimenti per fini elettorali," Fini elettorali? I ragazzi, molto disinformati, forse disconoscono o ignorano che Grillo ha sempre dichiarato di non candidarsi e di stare fuori da qualsiasi palazzo, forse il loro errore è dovuto al fatto che non seguono minimamente nulla delle dichiarazioni pubbliche di questo portavoce pubblico
E poi ancora continuano "incitando le forze di sicurezza all'insurrezione e alla rivolta, c'è bisogno di un sussulto di dignità civica." Ma in che mondo vivono? Forse ad Alba non arrivano le notizie? Una petizione non è certo un'incitazione che è un termine arcaico e forse applicabile ai cavalli e non certo ai comandanti delle forze di sicurezza.
Insurrezione e rivolta sono termini da 5 giornate di Milano e invece il movimento dei cittadini è stato eletto regolarmente e procede alla sua attività in modo pacifico e perfettamente legale. I toni accesi, sono dovuti al fatto che questi cittadini stanno riscontrando un ostruzionismo e un inefficienza inaudita all'interno dei palazzi di potere e per questo protestano con comunicazioni regolari ai cittadini che li hanno eletti, che per non essere censurate dai media-partitici seguono vie telematiche, più difficili da gestire dalle persone semplici, ma efficaci con i cittadini attivi.
Dicono: "La nostra è un’iniziativa a titolo personale: una scelta da cittadini preoccupati." Quindi personalmente risponderete delle vostre scempiaggini ingiurianti, diffamanti, temerarie a meno che chiariate che vi siete sbagliati. E' giusto che siate preoccupati, ma per voi stessi e per il vostro livello di informazione pessimo.
Proferiscono: " Abbiamo deciso di presentare la denuncia perché il dibattito politico sta scadendo sempre più in basso, e riteniamo questa una deriva pericolosa. Siamo convinti, invece, che debba tornare una politica alta: scambi di idee e di confronto, ma sempre all’interno di un dibattito civile»." A parte che sembrano parole estratte dal manuale del piccolo aspirante alla presidenza della Repubblica, confermiamo che questi ideali, se realmente sentiti, sono propri di persone che non si sono mai attivati politicamente, non sanno nulla di come sia organizzata la macchina da guerra dei banco-partiti che non si vogliono schiodare dal loro fallimento, perpetrando il disastro sociale, e come sia difficile per i cittadini che si sono attivati nel moVimento, combattere quotidianamente le ostruzioni procedurali, di palazzo, che rendono impotenti tutti gli strumenti che pur la legge dice siano a disposizione per l'esercizio della democrazia.
Diciamo a questo ragazzi non informati, di porre giudizio e prima di parlare o addirittura di fare una azione tanto spregiudicata come quella che hanno iniziato, di imparare a riconoscere la croce rossa prima di sparargli addosso.
A parte questa critica satirica alle loro parole spregiudicate e incoscenti, dettate ai giornalisti, facciamo seguire il parere legale contro la loro azione legale che riteniamo semplicemente temeraria e incoscente che aggrava lo Stato di costi ingiusti e che arreca, se non revocata in tempi brevi, grave danno al convenuto nostro portavoce e garante.
Il Comitato dei cittadini
iscritti al blog
HINTERLAND NORD MILANO MOVIMENTO 5 STELLE
LETTO
l'articolo giornalistico apparso sulla testata locale
PRESO ATTO
dell'azione accusatoria attuata dagli attori
CONSULTATO
le normative e le leggi vigenti
PONDERATO
le personae, il petitum, la causa petendi, la concreta fattispecie de quo, gli aspetti contingenti, umani, motivazionali da parte di ambo le parti
CONFERMANO LA SEGUENTE
sicut opinio
OPINIONE SULL'ISTANZA
Siamo palesemente in presenza di un episodio di "superfluum confusionem", ove gli attori, ragazzi, giovanissimi, per motivi non meglio precisati, instaurano una impraticabile richiesta da parte del Pubblico Ministero manifestamente infondata.
Gli attori hanno infatti inoltrato, con la avventata denuncia, un'insinuazione di esistenza di fatto delittuoso del tutto inesistente da parte del garante e portavoce politico del famoso movimento popolare.
Rientra infatti nelle normali prerogative del portavoce politico la pubblicazione di domande pubbliche nello stile retorico o dialettico tipico del personaggio stesso che le pronuncia.
Lo stile più o meno acceso o a volte iperbolico è perfettamente riconoscibile perché è usuale, da sempre, da parte del personaggio pubblico Grillo Beppe nei suoi pubblici spettacoli e raduni.
E' quindi più che ammissibile, perché insita nelle normali facoltà dell'oratore politico de quo, che, specialmente in una situazione congiunturale di estrema criticità come quella attuale, ove, secondo il portavoce stesso e secondo la comunis opinio, si debba esercitare la necessaria sollecitazione politica di tutte le parti sociali, con petizioni orali pronunciate o scritte pubblicamente, al fine che, in conseguenza di tali sollecitazioni avvenga, in una o in ciascuna parte sociale, la più rapida possibile presa di coscienza opportuna per la conseguente più rapida possibile decisione di scelta politica conseguente, ritenuta, sempre dal portavoce, urgente, anzi urgentissima per il bene comune.
Confondere clamorosamente una "publica petitione preces publice", ovvero una pubblica petizione pronunciata o scritta pubblicamente, che è appunto normale prerogativa di un oratore politico, con una "istigazione" ovvero una "azione compiuta sulla psiche altrui" che per essere giudicabile tale deve essere evidentemente premeditata, violenta, corruttiva o allettativa, rivolta ad un determinato soggetto singolo particolare, svolta quindi con mezzi o sistemi particolari, -- ben diversi dalla semplice "oratio" o al semplice "scriptum" -- volti all'ottenimento di un'impressione sulla psiche della vittima tale da provocarne addirittura una reazione criminosa immediata o differita, costituisce palese errore umano immediatamente riconoscibile e pertanto opiniamo che l'azione accusatoria debba essere dichiarata inammissible e pertanto debba essere rigettata ogni conseguente richiesta di condanna in capo al soggetto ingiustamente citato.
NOTA BENE
In caso gli attori, i ragazzi, i giovanissimi, dovessero invece insistere manifestando la propria volontà a proseguire l'azione penale promossa verso il convenuto, -- senza ipotizzare o nulla chiedere al P.M. di indagare circa il fatto che essi stessi possano essere stati istigati a compiere tale gesto istigati da avversari politici di Grillo o da chicchessia -- opiniamo che il medesimo debba allora sporgere controdenuncia immediata per aver subito il reato di ingiuria e diffamazione e ogni altro reato che verrà ravvisato, con la complementare successiva sua costituzione quale parte civile per richiedere il risarcimento del danno.
L.C.S.
COMITATO CITTADINO HNM5S
Il segretario
E.F.
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Appendice e riferimenti
Nozione di Istigazione
Richiamiamo la nozione perché prima di parlare bisogna innanzitutto conoscere bene la lingua italiana.
Istigazione
istigazione = Azione compiuta sulla psiche
altrui al fine di far sorgere o rafforzare motivi di
impulso, ovvero di affievolire motivi inibitori.
Codice penale art. 266
Richiamiamo il codice penale per evidenziare che l'art. 266 è stato cpncepito dal legislatore nell'ambito dei delitti contro la personalità internazionale dello Stato e quindi non è applicabile ad una semplice comunicazione nazionale contenente una normalissima petizione, rivolta senza nessuna azione di istigazione o incitamento.
Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana 26 ottobre 1930, n. 251
Codice Penale [approvato con R.D. 19.10.1930, n. 1398]
LIBRO SECONDO. Dei delitti in particolare -
TITOLO PRIMO. Dei delitti contro la personalità dello Stato -
CAPO PRIMO. Dei delitti contro la personalità internazionale dello Stato
Chiunque istiga i militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa a militari l'apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari, è punito, per ciò solo, se il fatto non costituisce un più grave delitto, con la reclusione da uno a tre anni.
La pena è della reclusione da due a cinque anni se il fatto è commesso pubblicamente.
Le pene sono aumentate se il fatto è commesso in tempo di guerra.
Agli effetti della legge penale, il reato si considera avvenuto pubblicamente quando il fatto è commesso:
1) col mezzo della stampa, o con altro mezzo di propaganda;
2) in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone;
3) in una riunione che, per il luogo in cui è tenuta, o per il numero degli intervenuti, o per lo scopo od oggetto di essa, abbia carattere di riunione non privata.(1)
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(1) E' costituzionalmente illegittimo l'art. 266, nella parte in cui non prevede che per l'istigazione di militari a commettere un reato militare la sanzione sia "sempre applicata in misura inferiore alla metà della pena stabilita per il reato al quale si riferisce la istigazione"(C.Cost. 21.03.1989, n. 139).ù
Corollario Codice penale art. 411
Richiamiamo questo articolo che spiega bene il comportamento dell'istigatore e dell'istigato non militari e precisa che comunque, non sono punibili le mere manifestazioni di volontà - espresse nelle domande scritte inviate ai comandanti delle forze dell'ordine - bensì solo i comportamenti materiali - ovvero coercizioni, incitamenti, istigazioni che nella realtà non sono mai esistiti.
I. a delinquere Delitto previsto dall’art. 414 c.p., che si configura quando si istighi pubblicamente qualcuno a commettere uno o più reati. La semplice i. a commettere un reato, anche se accolta dal soggetto istigato, non è punibile quando il reato non viene commesso. Se invece il reato viene posto in essere, l’istigatore e l’istigato rispondono come concorrenti nel medesimo reato. Tale disciplina è espressione del più ampio principio per cui si viene puniti solo per aver realizzato comportamenti materiali e non mere manifestazioni di volontà, ancorché rivolte a terzi. Tuttavia l’ordinamento sanziona, a titolo di eccezione, il solo fatto dell’i. a delinquere, prevedendo la reclusione da 1 a 5 anni se si tratta di i. a commettere un delitto o uno o più delitti e una o più contravvenzioni, o la reclusione fino a 1 anno, ovvero la multa, se l’i. è rivolta a commettere contravvenzioni. Il bene giuridico tutelato dalla norma è l’ordine pubblico inteso quale tranquillità e sicurezza della collettività.
Corollario letteratura
Per sfatare ogni ulteriore dubbio, richiamiamo in prevenzione, la seguente letteratura che parla anche dell'apologia di reato ovvero la diffusione di idee sottese ed incitanti la commissione di reati.
Scrivere sul proprio pubblico, non può essere fatto da persona sana per diffondere idee sottese ed incitanti alla commissione di reati.
La semplice diffusione di idee, è invece legittima.
L'idea che chi da vent'anni sta mandando all'aria questo paese con successo, stia commettendo un reato di disastro pubblico, è ormai una opinione comune nata spontaneamente nella mente di molti, nella mente di circa un quarto dei votanti.
Non è un'idea suggerita da Grillo: è un fatto reale.
E il reato non è quello di pensare l'idea, ma è quello commesso dai governi banco-partitici del ventennio, per cui l'idea è ormai consolidata.
L'invitare i comandanti a sorvegliare la regolarità dei propri superiori, è perfettamente legittima in un momento storico come questo.
Se i capi di Stato, i capi di governo non ce la fanno, non c'è niente di male basta che lo riconoscano e che si ritirino, come ha fatto Papa Ratzinger.
Se non si ritirano e il paese continua a sprofondare è legittimo che qualcuno scriva un promemoria di comportamento per i comandanti in campo.
Se la nave sta affondando perché il comandante di turno sta andando contro le rocce, il secondo deve intervenire mettendo al sicuro il comandante e prendendo il comando della nave correggendo subito la sua rotta.
Non possiamo attendere un'altra sciagura peggiore di quella della Costa concordia: Il fallimento del Paese.
Ecco le nozioni sull'apologia.
L'istigazione a delinquere è un reato previsto dall'art. 414 del vigente codice penale italiano: "chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell'istigazione". L'art. 115 del codice, ci dice che l'istigazione a delinquere, se non è accolta e seguita dalla commissione del reato, porta alla non punibilità dell'istigato. Affinché il fatto di istigare a delinquere sia penalmente rilevante, deve sussistere pubblicità nel comportamento di chi istiga. Se sussiste detta pubblicità, il fatto di istigare a delinquere diviene penalmente rilevante, anche se non è seguito dalla commissione del reato. Le pene previste dall'art. 414, sono le seguenti:
- la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a commettere delitti.
- la reclusione fino a un anno, ovvero con la multa fino a euro 206, se trattasi di istigazione a commettere contravvenzioni.
Se si tratta di istigazione a commettere uno o più delitti e una o più contravvenzioni, si applica la pena stabilita al punto 1. Alla pena stabilita nel primo punto soggiace anche chi pubblicamente fa l'apologia di uno o più delitti. Fuori dei casi di cui all'articolo 302, se l'istigazione o l'apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo o crimini contro l'umanità la pena è aumentata della metà. La particolarità della punizione della condotta di istigazione sta nella possibilità per l'istigato di accogliere o meno la stessa istigazione; se viene accolta, colui che commette il reato e l'istigatore concorrono nel reato commesso a titolo di "accordo", come specificato dall'art. 115 del codice penale stesso.
Secondo la Suprema Corte (sentenza n. 40552/2009), "l'elemento oggettivo dell'apologia di uno o più reati punibile ai sensi dell'art. 414, comma terzo c.p., non si identifica nella mera manifestazione del pensiero, diretta a criticare la legislazione o la giurisprudenza o a promuovere l'abolizione della norma incriminatrice o a dare un giudizio favorevole sul movente dell'autore della condotta illecita, ma consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali, nel senso che l'azione deve avere la concreta capacità di provocare l'immediata esecuzione di delitti o, quanto meno, la probabilità che essi vengano commessi in un futuro più o meno prossimo.
L'apologia
(dal greco απολογία, "discorso in difesa di qualcuno o qualcosa") è un
discorso teso a difendere se stessi o altre persone, come anche idee e dottrine.
L'apologia era, in origine la difesa in sede di processo di una persona accusata, così come riscontrabile dai titoli di molte orazioni greche che ci sono giunte: ad esempio, l'Apologia di Socrate scritta da Platone, così come quella di Senofonte.
Nella letteratura latina è famosa l'Apologia di Apuleio, in cui l'autore si difende dall'accusa di stregoneria mossa dai suoi parenti. In tempi più moderni si ricordano le apologie di Annibal Caro, quella di Lorenzo de' Medici ecc.
In caso di difesa della dottrina cristiana si parla di apologetica.
L'apologia di reato, invece, consiste nel diffondere idee sottese ed incitanti alla commissione di reati.
Elementi dell'azione
Richiamiamo anche il concetto di azione, Cosa è un'azione? O meglio quali sono gli elementi costitutivi di un'azione civile?
Sono considerati elementi dell'azione civile:
- le personae, ossia i soggetti, l'attore e il convenuto;
- il petitum, ossia ciò che l'attore domanda al giudice, inteso come provvedimento giurisdizionale (petitum immediato) o bene della vita che in tal modo intende conseguire (petitum mediato);
- la causa petendi, ossia il titolo, il fatto costitutivo del diritto sostanziale in virtù del quale viene chiesto il petitum.
Tali concetti, elaborati con riferimento all'azione civile, sono richiamati anche per altri tipi di azione.
Corollario Codice navale
Richiamiamo il codice militare navale valido sulle imbarcazioni sia in tempo di guerra che di pace, per ricordare che siamo sempre tutti sulla stessa barca e in tempi di guerra, di pericolo, di crisi in qualsiasi società, organizzazione, ente ove sussista un capo, un premier, un presidente, un generale, un capo, i secondi devono essere sempre pronti alla sua sostituzione in caso di suo impedimento, o peggio in caso di sua palese messa in pericolo di un vascello o di un intero Paese.
Il centennio appena trascorso ha visto il declino della condizione generale al punto da far ritenere a molti che la necessità di revisione della classe politica e delle scelte dalla medesima perpetrate sino all'attualità fosse completamente da riformare.
Capi, politici, governanti, che si macchiano di reati di corruzione, di bancarotta, di disastro economico, non sono forse da rimuovere immediatamente dai secondi in campo? E se neanche i secondi valgono a risolvere la situazione non sono i cittadini stessi o i passeggeri della nave o dell'aereo a dove prendere la decisione di prendere il controllo?
Quale è tranquillità dei cittadini in una situazione come l'attuale?
Art. 293 - Sostituzione del comandante in corso di navigazione
In caso di morte, assenza o impedimento del comandante, il comando della nave spetta agli ufficiali di coperta, nell’ordine gerarchico, e successivamente al nostromo, fino al momento in cui giungano disposizioni dell’armatore o, in mancanza di queste, fino al porto di primo approdo, ove l’autorità preposta alla navigazione marittima o interna ovvero l’autorità consolare nomina il comandante per il tempo necessario.
Corollario Motti militari
Richiamiamo questi motti militari appartenenti a vari corsi di una scuola militare italiana, per delineare gli ideali che si richiedono di raggiungere ai ragazzi cadetti iscritti, che alla fine del corso possono ascendere alla carriera militare.
Ciascuno dei nostri militari come il generale Luigi Cadorna o il Duca d'Aosta ma anche gli attuali comandanti in campo delle forze di pubblica sicurezza si sono formati all'insegna di uno di questi motti.
Ma quale anacronismo, quale inaccettabile inutilità di questi comandamenti dovremmo rilevare, se allo stato dell'arte un movimento di cittadini non potesse neanche inviare il proprio promemoria agli attuali condottieri in campo, perché sorveglino la correttezza dei propri superiori?
Di quale illeggittimità stiamo parlando, se non di continuare a restare inefficienti e passivi verso una legalismo e un regolamentismo ingessante che presto ci porterà alla rovina perché non interpretato, reso vivo e dinamico, e difeso da chi è stato preposto per farlo?
Richiamiamo questi motti militari appartenenti a vari corsi di una scuola militare italiana, per delineare gli ideali che si richiedono di raggiungere ai ragazzi cadetti iscritti, che alla fine del corso possono ascendere alla carriera militare.
Ciascuno dei nostri militari come il generale Luigi Cadorna o il Duca d'Aosta ma anche gli attuali comandanti in campo delle forze di pubblica sicurezza si sono formati all'insegna di uno di questi motti.
Ma quale anacronismo, quale inaccettabile inutilità di questi comandamenti dovremmo rilevare, se allo stato dell'arte un movimento di cittadini non potesse neanche inviare il proprio promemoria agli attuali condottieri in campo, perché sorveglino la correttezza dei propri superiori?
Di quale illeggittimità stiamo parlando, se non di continuare a restare inefficienti e passivi verso una legalismo e un regolamentismo ingessante che presto ci porterà alla rovina perché non interpretato, reso vivo e dinamico, e difeso da chi è stato preposto per farlo?
LATINO
Osare e durare
Ab finem spiritus ducere
Solido et furentes
Domi bellique victuri sumus
Virtute nostra praediti
Fortitudo ac sapientia
Virtus victoria fulget
Res magnae gestae fient
Usque ad inferos
Mori citus quam deserere
Oderint dum metuant
Augemus virtutem per honorem
Adversis victis imperabimus
Ducemus in aeternum indomite
In corde pugnantis abest clades
Celeriter acriterque ad impetum
Cum vis perficit virtus incipit
TRADUZIONE IN ITALIANO
Osare e durare
Condurre all’estremo dello spirito
Solido e furente
Siamo domatori e vincitori delle battaglie
Siamo dotati di talento
Forza e saggezza
Il potere della vittoria risplende
Sarà un grande risultato
Sopra l’inferno
Muori nell’esercito piuttosto che disertare
Lasciate che vi odino finché vi temono
Esagerare il potere per onore
Imperiamo su chi è contrario alle regole
Conduciamo in eterno indomiti
Al centro dei combattimenti lontani dalla sconfitta
Premendo rapidamente l'attacco
Quando si desidera perfezionare inizia la virtù
EF