LETTERA DI UNA PICCOLA AZIENDA DELL'EDILIZIA ITALIANA AL BLOG COPII
Un caro saluto a tutti. Come potremmo descrivere il quadro economico attuale? Come potremo sintetizzare la situazione di operatività politica italiana? In uno scenario ove le pmi italiane non vengono assolutamente rappresentate, se non da camere di commercio-farsa con presidenti-comparse e politici partitici resi impotenti dal loro stesso stato di eletti, fa piacere finalmente cogliere le iniziative di rete come questa, uniche espressioni di democrazia reale. Urgono misure correttive della suddetta situazione di fatto. La nostra classe di PI dell’edilizia è stata in particolare colpita dall’impossibilità di accesso al prestito creato dal marketing bancario creato ad arte per favorire i grandi gruppi a danno dei piccoli-medi imrenditori.
Ciò ha causato l’enorme parco di immobili invenduti attuali e larovina di molte imprese italiane, nonchè, cosa più grave il blocco dell’indotto e delle imprese collegate che, invero, sono molteplici.
Un ulteriore spinta al crollo delle PI edili lo ha poi dato l’attuale giustizialismo insensato che sforna quotidianamente sentenze schiaccianti contro piccoli imprenditori edili pressochè innocenti e contemporaneamente scagionanti i grandi produttori, favorendo un insano malcostume della contestazione selvaggia che pare voglia favorire tout cour l’investitore immobiliare privato a danno dei piccoli operatori, meri esecutori dei progetti fatti da professionisti anch’essi mai responsabili.
Infine, sussiste una mancanza di prospettive causata da un assenza di attività politica reale, scippata da questo governo tecnico mero revisore dei conti europei e garante dei progetti infrastrutturali europei quali le tav, che non servono a noi ma agli europei nordici stessi, che vogliono ulteriormente bypassare gli aereoporti italiani raggiungendo il mare delle le dorsali adriatiche e tirreniche con facilità favorendo ulteriormente la conquista del nostro territorio che prevede l’insediamento selvaggio di grandi gruppi e poteri forti europei nella gestione di tutte le attività commerciali e turistiche italiane, anch’esse attualmente rappresentate nella prevalenza da PI spesso a conduzione familiare, che verranno così scippati delle loro proprietà e attività e trasformati in dipendenti indigeni locali (zi buana).
Se si deve fare un piano, quindi, si deve partire da questa tipo di analisi paradigmatica, opportunamente integrata dalle esperienze di tutti, ma seguendo questa chiave di lettura dei fatti contingenti ed europei.
A Milano siamo al punto che un delinquente pensi di poter entrare in un negozio e abusare tranquillamente di una donna, in pieno centro e alle 15 di sabato pomeriggio
Adesso, è successo ancora alle 15,36 dello lo scorso sabato, proprio durante il giorno di apertura dei saldi in tutta Italia.
Purtroppo, infatti, per R.P., 36 anni, italiana, una giornata di festa e spensieratezza si è trasformata in un’esperienza orribile, difficilmente dimenticabile.
Tra t-hshirt colorate e jeans di ogni genere, la donna era tranquillamente all’interno di uno dei mega store di corso Vittorio Emanuele II, dove trovato il capo ideale stava affrontando il momento topico: la prova in camerino.
All’improvviso, purtroppo, un uomo cinese di 33 anni, J.W.F., ha spostato repentinamente la tendina del cubicolo infilandocisi dentro, mettendo una mano sulla bocca della vittima e iniziando a palpeggiarla ovunque, nel momento in cui era più indifesa.
Terrorizzata, la donna è riuscita a divincolarsi e a gridare, chiamando aiuto.
Subito accorsi gli addetti, il malvivente è stato bloccato. Immediata, a questo punto, anche la chiamata al 113, i cui agenti del Commissariato Centro sono arrivati in pochi minuti.
L’aggressore è stato portato via: per lui, la condanna è di massima gravità: violenza sessuale.
Soccorsa anche la 36enne, che uscita di casa con l’idea di fare shopping, in pieno centro di Milano, si è trovata vittima della più crudele delle aggressioni, compiuta da un uomo che si è sentito autorizzato di entrare addirittura in un negozio, alle 3 del pomeriggio, credendo di poter abusare liberamente di una donna.
A Milano, oramai, la sicurezza è tale che succede questo ed altro.
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- Il nostro Staff riserverà la massima attenzione ad ogni caso, per dar voce direttamente ai cittadini, senza “filtri politici”.
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La politica viene costantemente svolta da persone competenti in moltissimi argomenti, ma molto spesso ignare delle realtà delle imprese. Le P.M.I. sono le Piccole e Medie Imprese che sostengono larga parte dell'economia della Società e delle Città. Senza le P.M.I. non ci sarebbe forse nulla da governare perché non ci sarebbero i fondi necessari a sostenere il bilancio Nazionale ed Europeo. Le P.M.I. costituiscono parte importante dell'economia reale, e senza di loro non sussisterebbero nè grandi Industrie nè banche, nè quindi servizi sociali, organi pubblici, nè Stato. Chi vuole svolgere bene la carriera politica deve conoscere la realtà economica di un'impresa ma spesso crea solo questionari per i commercianti, camere di commercio inefficienti, sistemi di tassazione usurari, complicati e insostenibili, tribunali di giustizia iniqui, e assenza della tutela d'ufficio del credito attivo e passivo delle P.M.I.. Lo scopo di questo sito è riformare la considerazione delle P.M.I. nella classe politica. Se sei un imprenditore con partita i.v.a. qui sei il benvenuto e qui puoi fornire le tue richieste che verranno raccolte in modo sistematico per formare un programma di riforme inderogabili ed urgenti per la tutela della tua realtà lavorativa, che è quella che supporta l'economia di base, ma spesso viene ignorata, sfruttata iniquamente, mortificata, umiliata dalle caste dei poteri forti che restano ignari di questi valori. Facciamo massa critica e attiviamoci per definire le nostre necessità. Cavalchiamo la storia adesso. EF
LETTERA DI UNA PICCOLA AZIENDA DELL'EDILIZIA ITALIANA AL BLOG COPII
Un caro saluto a tutti. Come potremmo descrivere il quadro economico attuale? Come potremo sintetizzare la situazione di operatività politica italiana? In uno scenario ove le pmi italiane non vengono assolutamente rappresentate, se non da camere di commercio-farsa con presidenti-comparse e politici partitici resi impotenti dal loro stesso stato di eletti, fa piacere finalmente cogliere le iniziative di rete come questa, uniche espressioni di democrazia reale. Urgono misure correttive della suddetta situazione di fatto. La nostra classe di PI dell’edilizia è stata in particolare colpita dall’impossibilità di accesso al prestito creato dal marketing bancario creato ad arte per favorire i grandi gruppi a danno dei piccoli-medi imrenditori.
Ciò ha causato l’enorme parco di immobili invenduti attuali e larovina di molte imprese italiane, nonchè, cosa più grave il blocco dell’indotto e delle imprese collegate che, invero, sono molteplici.
Un ulteriore spinta al crollo delle PI edili lo ha poi dato l’attuale giustizialismo insensato che sforna quotidianamente sentenze schiaccianti contro piccoli imprenditori edili pressochè innocenti e contemporaneamente scagionanti i grandi produttori, favorendo un insano malcostume della contestazione selvaggia che pare voglia favorire tout cour l’investitore immobiliare privato a danno dei piccoli operatori, meri esecutori dei progetti fatti da professionisti anch’essi mai responsabili.
Infine, sussiste una mancanza di prospettive causata da un assenza di attività politica reale, scippata da questo governo tecnico mero revisore dei conti europei e garante dei progetti infrastrutturali europei quali le tav, che non servono a noi ma agli europei nordici stessi, che vogliono ulteriormente bypassare gli aereoporti italiani raggiungendo il mare delle le dorsali adriatiche e tirreniche con facilità favorendo ulteriormente la conquista del nostro territorio che prevede l’insediamento selvaggio di grandi gruppi e poteri forti europei nella gestione di tutte le attività commerciali e turistiche italiane, anch’esse attualmente rappresentate nella prevalenza da PI spesso a conduzione familiare, che verranno così scippati delle loro proprietà e attività e trasformati in dipendenti indigeni locali (zi buana).
Se si deve fare un piano, quindi, si deve partire da questa tipo di analisi paradigmatica, opportunamente integrata dalle esperienze di tutti, ma seguendo questa chiave di lettura dei fatti contingenti ed europei.